sabato 21 marzo 2009

L'anatra, la morte e il tulipano


Era da un pò che l'anatra aveva una strana sensazione: "Chi sei, e perchè mi strisci alle spalle?" domandò.
"Finalmente te ne sei accorta" ... "Io sono la Morte". L'anatra fu presa dal terrore. E non si poteva darle torto. "Sei venuta a prendermi?"
"Ti sarò accanto... nel caso..."
"Nel caso?" domandò l'anatra.
"Si nel caso ti capiti qualcosa. Un brutto raffreddore, un incidente: non si può mai sapere".
"E all'incidente ci pensi tu?"
"All'incidente ci pensa la vita, come anche al raffreddore, e a tutte le altre cose che possono capitare a voi anatre. Per esempio la volpe".
L'anatra non ci voleva nemmeno pensare. Le venne la pelle d'oca. La Morte le sorrise in modo amichevole. In fondo era gentile, anzi molto gentile, se si esclude che era quello che era.
"Andiamo allo stagno?" domandò l'anatra.
Era ciò che la Morte temeva. Dopo un pò che stavano a mollo la Morte confessò di non amare l'acqua.
"Ti prego scusami, ma dovrei proprio andarmene da questo luogo così umido".
"Hai freddo?" domandò l'anatra. "Vuoi che ti scaldi?".
Una proposta del genere non gliel'aveva mai fatta nessuno.
Il giornon dopo l'anatra si svegliò per prima, di buon mattino. "Non sono morta!" pensò. Diede uno scrollone alla Morte. "Non sono morta!" starnazzò entusiasta. La Morte sollevò la testa: "sono felice per te!" disse.
"E se invece fossi morta?"
"In quel caso non avrei dormito così profondamente" disse la Morte con uno sbadiglio.
"Questo non è gentile" pensò l'anatra. Anche se si era ripromessa di non dire più nulla, presto tornò loquace: "Certe anatre dicono che si diventa angeli, si sta seduti sulle nuvole e si può guardare la terra dall'alto"
"Possibile" disse la morte, e si mise seduta.
"in ogni caso le ali ce l'hai già"
"certe anatre dicono anche che nelle viscere della terra c'è l'inferno, dove si finisce arrostite se non ci si è comportate da brave anatre"
"E' sorprendente ciò che vi raccontate voi anatre. La verità è che non lo sa nessuno"
"Nemmeno tu lo sai?" Strepitò l'anatra. La Morte si limitò a guardarla.
"Che si fa oggi?" domandò di buonumore.
"oggi non torniamo allo stagno" disse l'anatra.
"Facciamo qualcosa di veramente eccitante".

La morte si sentì sollevata. "saliamo su un albero?" domandò beffarda.
Giù in basso, in lontananza si vedeva lo stagno.
Era così silensioso laggiù, così deserto. "Ecco come sarà, quando morirò" disse. "Lo stagno tutto solo senza di me".
La morte a volte sapeva leggere nel pensiero. "Quando sarai morta anche lo stagno sparirà, almeno per te".
"Ne sei certa?" chiese l'anatra stupita.
"Certa come si può essere certi di qualcosa".
"E' consolante, quindi nono dovrò rimpiangerlo, quando..."
"...sarai morta" disse la Morte. Parlare della morte le riusciva facile.
"Scendiamo" la pregò l'anatra dopo un pò, "sugli alberi si fanno stani pensieri".
Nelle settimane seguenti andarono sempre più di rado allo stagno. Per la maggior parte del tempo se ne stavano sedute sull'erba e parlavano poco. Quando un vento fresco le soffiò tra le piume, per la prima volta l'anatra si sentì gelare. "Ho freddo" disse una sera. "Ti va di scaldarmi un pochino?".
Una neve leggera scendeva piano nell'aria. Era accaduto qualcosa. La morte guardò l'anatra. Non respirava più. Giaceva immobile. Le lisciò un paio di piume che le si erano appena arruffate e la portò al grande fiume. Qui la adagiò delicatamente sull'acqua e le diede una spinta lieve. La seguì a lungo con lo sguardo, quando la perse di vista la morte quasi si rattristò.
Ma così era la vita.


Wolf Erlbruch

martedì 17 marzo 2009

lettera per S.Raffaello Sanzio


Prima di tutto occorre dire che non c'è da parte nostra una volontà di colpevolizzare.

Le indagini e la legge ci auguriamo facciano il loro corso e non vogliamo sostituirci a queste.

Il secondo punto è che non accettiamo che voi vi facciate portavoci del pensiero di Alfredo.

Ciò che pensava Alfredo non è proprietà né nostra né vostra.

Quindi proviamo a non parlare di questo e a spostare il discorso sui fatti reali avvenuti.

La nostra decisione di continuare a parlare di quanto accaduto il 5 febbraio scorso a Digione non è motivata dal fatto che proviamo qualche piacere perverso nello smuovere una brace che vi assicuriamo è molto dolorosa, ma dal fatto che reputiamo di profonda importanza la scelta di come porsi di fronte all'accaduto.

La vostra posizione al riguardo ci impaurisce.
Crediamo quindi che l'importante sia focalizzare come porsi verso questo incidente sul lavoro.

Con le vostre parole ci impaurite, oltre a non mostrare rispetto per delle opinioni differenti dalle vostre.

Durante l'incontro con il pubblico che è avvenuto presso Fnac, a Genova, il 12 marzo, avete ribadito la vostra posizione, già dichiarata durante il funerale, in merito ad una morte che ai vostri occhi sembra includere una consapevolezza, e una unione profonda con i vostri ideali da parte di Alfredo, ma questo non è reale.

Sappiate che quel giorno al funerale in molti si sono morsi la lingua per non parlare, molti altri distrutti e disorientati, dopo giorni nei quali la confusione regnava, tra notizie che, prematuramente, annunciavano una morte fisiologica e testimonianze discordanti, non hanno avuto neanche la forza di rispondere alla lettera che avete avuto il coraggio di leggere.

Parole lette e volate via, di cui non rimane nulla su cui ragionare, per questo siamo venuti a Genova a domandare.
Ci avete ripetuto che siete disposti a parlare con noi anche privatamente, ma noi non crediamo che questa sia una questione privata ma una questione pubblica, che deve far pensare tutti.

Una morte sul lavoro non è un gioco. E una morte sul lavoro che non viene riconosciuta come tale è pericolosa.

Alfredo lavorava per voi come Tecnico non aveva sposato i vostri ideali.

Vi siete sorpresi che abbiamo chiesto se quella macchina era stata brevettata, che le macchine sceniche ovviamente non possono essere messe in sicurezza, accennando anche al fatto che tutto può essere pericoloso, come se il contesto dell'arte e del teatro potesse o dovesse essere esente da regolamentazioni sulla sicurezza, che influirebbero sulla libertà di espressione. Come se l'arte e il teatro potessero tutto...?

Molti artisti hanno sfidato i confini più pericolosi, e quelli che stimiamo lo hanno fatto con la propria pelle, per i propri ideali, noi pensiamo che ci voglia molta prudenza e rispetto per quella degli altri.

Quindi non accettiamo che chiamiate gioco l'assenza di prudenza.
Nessuno vi sta tirando delle pietre come Chiara Guidi ha accennato ("Se volete tirarmi delle pietre"), non è questo che ci interessa , ma intendiamo mettere in dubbio dei principi e delle giustificazioni che fanno acqua da tutte le parti.

Ripetiamo che questa è una morte sul lavoro e non accettiamo che venga differenziata dalla morte sul lavoro di un operaio in un cantiere, addirittura accennando ad una estetizzazione della morte sul palcoscenico!

Non vogliamo che in contesto d'arte tutto si possa, e che per questa idealizzazione ogni responsabilità etica si possa dissolvere.

Continueremo a parlare di questa vicenda, siamo in molti, siamo convinti che ci debba insegnare, scriviamo per farvi sapere che il vostro ideale di teatro e di vita è strettamente personale.

La sicurezza sul lavoro in un ambiente come il teatro ci risulta troppo vaga, labile , ambiente i cui non lavorano solo persone ideologicamente affini alla vostra idea di teatro, ma anche uomini, braccia gambe meravigliosamente semplici, che non aspirano a ciò che aspirate voi , ma forse più semplicemente ad una espressione dell'arte che è rispetto per la vita innanzitutto , che hanno il diritto di lavorare in una condizione di sicurezza.


Guia e tanti per scrivere i nomi...ma

chi vuole firmare lo puo fare qui sotto...

link

http://lavoratoriscala.splinder.com
-http://alessandrovitali.blogspot.com
-http://lagrublog.blogspot.com
-http://ungiocomortale.blogspot.com
- www.absolutepoetry.com

sabato 14 marzo 2009

La lettera pubblicata da Liberazione.

Gentili redattori di Liberazione,
vi contattiamo per segnalarvi una notizia ignorata dalla stampa italiana ma che noi riteniamo di estrema importanza.
Riguarda la morte di un ragazzo di soli ventisette anni, Alfredo Tassi, artista e performer, tecnico della nota compagnia teatrale "Societas Raffaello Sanzio", deceduto in un teatro francese mentre stava usando un macchinario scenico.
Ci sembra giusto inoltrarvi la notizia perché apre interrogativi non indifferenti su cosa significhi morire oggi sul lavoro, e su quali siano le condizioni di sicurezza vigenti oggi all'interno anche delle maggiori compagnie teatrali italiane, dove ogni giorno centinaia di giovani ragazzi inseguendo un sogno rischiano la vita, lavorando in condizioni di assoluta pericolosità.
Alfredo Tassi è nato ad Offida, in provincia di Ascoli Piceno, nel 1981. Era scultore, mimo e performer con il duo teatrale "Dalfrenzis", con cui aveva negli ultimi anni messo in scena numerosi spettacoli, riscuotendo successo e vincendo anche diversi premi di prestigio.
Il 5 febbraio del 2009 la sua corsa si è fermata a Digione, in Francia, dove stava allestendo per la “Sociètas Raffaello Sanzio” le scenografie per lo spettacolo Inferno, in circostanze misteriose su cui la Gendarmeria francese sta ancora indagando.
Le prime confuse notizie ci parlarono di un malore improvviso (si vociferava inizialmente: un attacco di cuore), mentre l'esame autoptico ha accertato che la morte è avvenuta per “emorragia interna causata dalla distruzione del fegato e del rene destro”.
Un incidente sul lavoro? Cosa altro? Non abbiamo risposte in tasca, fatto sta che nessuno ha ancora saputo o voluto rispondere a diversi interrogativi che riguardano le precise circostanze dell'incidente.
E fatto sta anche che mentre in Francia gran parte della stampa nazionale si è occupata di questo dramma interrogandosi sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro e nel mondo del teatro, in Italia non siamo riusciti in un mese a trovare una sola redazione, neppure on line, pronta ad interessarsi a questo caso ancora aperto, riguardante la morte di un giovane artista italiano deceduto all'estero e sul lavoro.
Perché? Perché?
Vi chiediamo per favore di seguire sulle vostre pagine il procedere dell'indagine, e di aiutarci a far sì che il sacrificio di Alfredo serva per lo meno a sollevare la questione della sicurezza all'interno dei Teatri italiani.
Vi chiediamo di infrangere la assordante cortina di silenzio che da oltre un mese, in Italia, circonda l'intera vicenda.
Ringraziandovi per l'attenzione, vi segnaliamo un blog aperto dagli amici di Alfredo, che raccoglie informazioni, articoli e memorie: http://dialfredo.blogspot.com.

Gli amici di Alfredo

LETTERA DI DAVIDE NOTA, dal blog www.absolutepoetry.org

PER ALFREDO


Conobbi Alfredo Tassi durante una delle mie prime letture in pubblico. Entrambi nati nel 1981, eravamo da poco usciti dagli studi superiori. Era l'estate credo del 2003, ed amici in comune avevano organizzato ad Offida una serie di giornate di letture, mostre e spettacoli teatrali rivolti al pubblico (che partecipava con entusiasmo).
Leggemmo tra gli altri io e Daniele De Angelis (ai nostri primissimi esordi, “La Gru” ancora non esisteva), e lì vidi per la prima volta i “Dalfrenzis” (con Alfredo c'erano Davide Calvaresi e Francesco Cardarelli), che provenivano dalla scuola di mimo di Eugenio Ravo, e che portavano in scena un omaggio a Pier Paolo Pasolini titolato “Smisurata preghiera”.
Tra il pubblico era presente anche Ivan Paolini, comune amico e bravissimo disegnatore, già nel corso delle cure che lo porteranno poi alla prematura morte, nel 2004 (“Ed io che ho vissuto solo una notte / e già esausto torno come da una guerra civile...”).

Alfredo Tassi è morto il 5 febbraio del 2009, a Digione (Francia), dove stava allestendo per la “Sociètas Raffaello Sanzio” le scenografie per lo spettacolo Inferno, in circostanze misteriose su cui la Gendarmeria francese sta ancora indagando. Aveva ventisette anni, come molti di noi, e chi lo ha conosciuto sa di che luce bambina, curiosa, vivevano i suoi occhi. Di che luce brillante.

Io non sono stato uno dei più cari amici di Alf. Sebbene i momenti d'affetto e condivisione permangano a lampi, a brulichio, sono altre le persone che potranno di lui parlare e dire, in futuro, nei luoghi deputati alla memoria personale e pubblica: gli amici di “7-8 chili”, Davide, Francesco, Valeria.
Il mio piccolo contributo amicale potrà però essere quello di rilanciare in pubblico il tema di questa amarissima scomparsa, in un momento in cui tutta la stampa italiana, a differenza di quella francese (ne ha parlato anche “Le Monde”), ha deciso di calare una spessissima cortina di silenzio sull'intero accaduto.

Le prime confuse notizie ci parlarono di un malore improvviso (si vociferava inizialmente: un attacco di cuore), mentre l'esame autoptico ha accertato che la morte è avvenuta per “emorragia interna causata dalla distruzione del fegato e del rene destro”.
Un incidente sul lavoro? Cosa altro? Non abbiamo risposte in tasca, fatto sta che nessuno ha ancora saputo o voluto rispondere.
E fatto sta anche che mentre in Francia gran parte della stampa nazionale si è occupata di questo dramma interrogandosi sul tema della sicurezza nel mondo del lavoro e nel mondo del teatro, in Italia non siamo ancora riusciti a trovare una sola redazione, neppure on line, pronta ad interessarsi di questo caso ancora aperto, riguardante la morte di un giovane artista italiano deceduto all'estero e sul lavoro.

Perché? Perché?

Gli amici di Alfredo, quasi tutti legati all'Associazione culturale “7-8 chili”, hanno dato vita intanto a diversi comitati per fare luce sulla natura della morte dell'amico (un blog che raccoglie informazioni, articoli e memorie è http://dialfredo.blogspot.com).

*

Una breve nota biografica:

Alfredo Tassi è nato nel 1981 ad Offida (AP). Scultore presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, studia mimo corporeo con l'attore Eugenio Ravo. Con Davide Calvaresi e Francesco Cardarelli fonda il gruppo di sperimentazione teatrale “Dalfrenzis”, con il quale dal 2003 al 2008 mette in scena numerosi spettacoli performativi (i principali: Nel Perdersi: omaggio a Yves Klein, Guardiamoci nelle orecchie, incErtidati-Rosso, Malelettrico, Progetto Olio, Io non so: primo studio su Pier Paolo Pasolini, Olio Recita, My tangram, Stilk, Nasce un poco strisciando, N.U.P.S.: non uso poco sapone, Ma cosi non è, Mammalucco, Do.).

Nel 2008 “Dalfrenzis” vince il Primo premio di Interferenze, Festival di arte urbana (Teramo), e viene anche selezionato all'interno del concorso “Scenari Danza 2.0 - Concorso di Creazione 2008” organizzato da Inteatro, Ente di Promozione della Danza di Polverigi (AN). Grazie al concorso entra a far parte del progetto IFA (Inteatro Festival Accademy 2008) e stava infatti lavorando alla realizzazione di una performance da inserire nel Festival. Di recente aveva preso parte alla rassegna RES/LAB organizzata al DID studio di Milano (presso la Fabbrica del Vapore) in occasione della festa del teatro.

Oltre all'attività performativa Alfredo era animatore di ludoteca ed aveva spesso lavorato come educatore in campi estivi organizzati dalla cooperativa “Il Gruppo Educativo” di Roma. Dal 2006 gestiva con alcuni amici l'Associazione Culturale “7-8 chili” di Offida, associazione che si occupa di teatro, laboratori creativi per bambini e disabili, organizzazione di mostre ed eventi culturali, tra cui vorrei anche ricordare la nostra minore Il non potere. Performance di techno-poesia (luglio 2007), ora consultabile su Vimeo.

Dopo un corso da macchinista teatrale aveva svolto uno stage presso il laboratorio di scultura e scenografia “Plastikart” di Cesena, gestito da Zimmermann e Amoroso. Nel 2008 in particolare si era dedicato alla realizzazione di alcune scenografie per la serie di spettacoli Inferno, Paradiso e Purgatorio della compagnia “Societas Raffaello Sanzio” di Cesena. Iniziata la tournèè ad agosto 2008, Alfredo aveva seguito la compagnia come addetto ai macchinari di scena, fino alla data di Digione, in cui la sua fanciulletta corsa è stata brutalmente interrotta.



Davide Nota

venerdì 13 marzo 2009

mercoledì 4 marzo 2009

LA NOTIZIA SUL QUOTIDIANO MARCHE

Mistero sulla morte del giovane offidano

Offida | E' rientrata in nottata la salma del giovane scenografo offidano Alfredo Tassi, morto giovedì in un teatro francese.


E' rientrata in nottata la salma di Alfredo Tassi, riconosciuta e rimpatriata dal fratello Amedeo.

Amedeo si era recato, con Giovanni Stracci e Valeria Colonnella a Digione (Francia) dove è stato accolto dai responsabili della compagnia teatrale per la quale Alfredo lavorava.

Dalla descrizione dell'incidente e dalle dichiarazioni dei primi soccorritori si era supposto un decesso per arresto cardiaco dovuto ad un trauma conseguente l'utilizzo di un macchinario scenico.

Nel pomeriggio di ieri sono state svolte le analisi mediche e l'autopsia.

La polizia francese ha smentito le supposizioni iniziali affermando che la morte è stata causata da una improvvisa e grave lesione al fegato ed al rene destro.

Sono attualmente in atto le indagini per la ricostruzione dell'incidente, sicuramente correlato all'utilizzo del macchinario scenico ma con dinamiche ancora da stabilire.

Il decesso è avvenuto al teatro Auditorium di Digione poco prima della messa in scena dello spettacolo Inferno, rappresentazione inserita all'interno della tournèè francese degli spettacoli Inferno, Paradiso, Purgatorio a cura della nota e compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio di Cesena.

Amedeo, a nome dei famigliari e degli amici, ringrazia calorosamente la compagnia per l'accoglienza ricevuta e per il fondamentale supporto nello svolgimento della prassi burocratica per il rientro della salma.

I funerali si terranno lunedi mattina alle ore 10.30 presso la chiesa della Colleggiata di Offida.

07/02/2009

LA NOTIZIA SUL QUOTIDIANO MARCHE

Mistero sulla morte del giovane offidano

Offida | E' rientrata in nottata la salma del giovane scenografo offidano Alfredo Tassi, morto giovedì in un teatro francese.


E' rientrata in nottata la salma di Alfredo Tassi, riconosciuta e rimpatriata dal fratello Amedeo.

Amedeo si era recato, con Giovanni Stracci e Valeria Colonnella a Digione (Francia) dove è stato accolto dai responsabili della compagnia teatrale per la quale Alfredo lavorava.

Dalla descrizione dell'incidente e dalle dichiarazioni dei primi soccorritori si era supposto un decesso per arresto cardiaco dovuto ad un trauma conseguente l'utilizzo di un macchinario scenico.

Nel pomeriggio di ieri sono state svolte le analisi mediche e l'autopsia.

La polizia francese ha smentito le supposizioni iniziali affermando che la morte è stata causata da una improvvisa e grave lesione al fegato ed al rene destro.

Sono attualmente in atto le indagini per la ricostruzione dell'incidente, sicuramente correlato all'utilizzo del macchinario scenico ma con dinamiche ancora da stabilire.

Il decesso è avvenuto al teatro Auditorium di Digione poco prima della messa in scena dello spettacolo Inferno, rappresentazione inserita all'interno della tournèè francese degli spettacoli Inferno, Paradiso, Purgatorio a cura della nota e compagnia teatrale Societas Raffaello Sanzio di Cesena.

Amedeo, a nome dei famigliari e degli amici, ringrazia calorosamente la compagnia per l'accoglienza ricevuta e per il fondamentale supporto nello svolgimento della prassi burocratica per il rientro della salma.

I funerali si terranno lunedi mattina alle ore 10.30 presso la chiesa della Colleggiata di Offida.

07/02/2009

ARTICOLO DAL CORRIERE ADRIATICO

Gli agenti della gendarmeria alla ricerca dei responsabili

Stretta finale nell’inchiesta francese sulla morte dell’offidano Alfredo Tassi





Non passerà molto tempo per conoscere l’esatta dinamica che ha causato la morte di Alfredo Tassi avvenuta il 5 febbraio scorso in Francia. Il giovane ventenne offidano si trovava a Digione al seguito della Compagnia teatrale “Societas Raffaello Sanzio” di Cesena in qualità di scenografo e tecnico specializzato nella conduzione di macchinari da scena. Proprio mentre stava lavorando ad una di queste macchine, in preparazione dello spettacolo da tenersi la sera stessa, è successo l’imprevisto. Qualcosa ha colpito violentemente Alfredo, frantumandogli il fegato e il rene destro. La morte, correlata all’utilizzo del macchinario scenico, è stata istantanea. All’inizio, si sono sovrapposte diverse ipotesi. Si è parlato di malore, di “macchina difettosa” e ultimamente anche di ”gioco”. Nulla di tutto questo. Si è trattato esclusivamente di incidente sul lavoro e l’autopsia, eseguita dai sanitari francesi, ha accertato che la morte è avvenuta per “emorragia interna causata dalla distruzione del fegato e del rene destro” e che il suo corpo era in “perfetto stato fisico”. Le ultime notizie ci dicono che la Gendarmeria francese sta indagando a tutto campo sulla reale dinamica di come sia avvenuto l’incidente e che è già sulla buona strada nell’individuare le eventuali responsabilità. Per ora, però, sulle indagini si mantiene il più stretto riserbo. Lunedì 9 febbraio, si sono svolti, in Offida, i funerali. Una folla imponente ha fatto ala in piazza del Popolo al passaggio del feretro. Tra le centinaia di persone, oltre ai numerosi amici e conoscenti, c’erano le autorità comunali con il sindaco, i componenti della “Societas Raffaello Sanzio” di Cesena e altri rappresentanti di Compagnie teatrali di tutta Italia che conoscevano il buon lavoro di Alfredo.



Corriere Adriatico / Edizione del 17 febbraio 2009

LA NOTIZIA PUBBLICATA DA LE MONDE

Mort accidentelle pendant les répétitions de « L'Enfer » à Dijon

Article publié le 08 Février 2009
Par Brigitte Salino
Source : LE MONDE
Taille de l'article : 454 mots

Extrait :

L'Italien Alfredo Tassi, 27 ans, un technicien de la troupe de Romeo Castellucci, la Societas Raffaello Sanzio, est mort jeudi 5 février à la suite d'un accident, pendant les répétitions de Inferno, à l'Opéra de Dijon (Côte-d'Or), où le spectacle devait être présenté les 6 et 7 février. Créé dans la Cour d'honneur du Palais des papes, en 2008, Inferno a fait un triomphe. Cette première partie de la trilogie de Castellucci inspirée par La Divine Comédie, de Dante, comportait plusieurs moments spectaculaires, comme l'ascension à mains nues des 32 mètres de la façade du Palais des papes, et une séquence dans laquelle les membres de la foule des pénitents étaient projetés sur scène par un tuyau

LA NOTIZIA PUBBLICATA PE RQUALCHE GIORNO SUL SITO DELLA COMPAGNIA RAFFAELLO SANZIO

NOTIZIA

Giovedì 5 Febbraio 2009 alle ore 17.30 circa, presso l’Auditorium dell’Opéra di Digione, in margine alle prove de l’Inferno,
il tecnico Alfredo Tassi è morto in seguito all’utilizzo di un congegno scenico di natura meccanica,
condiviso in una pausa di distensione con i propri colleghi e con il regista.
Nonostante il pronto intervento degli infermieri e dei medici, dopo circa mezz’ora Alfredo è deceduto.
Le Autorità francesi hanno compiuto tutti i rilievi, mentre sulla salma di Alfredo è stata effettuata l’autopsia.
E’ stata rilevata un’emorragia interna tutt’ora sottoposta a esami più approfonditi
ai fini di chiarire le circostanze fisiologiche che l’hanno determinata.
Il congegno meccanico, di invenzione di Romeo Castellucci, benché fosse già stato testato e utilizzato numerose volte
e benché abbia funzionato regolarmente, è ora posto sotto sequestro per gli accertamenti.
Il regista Romeo Castellucci, in attesa dello sviluppo delle analisi mediche e delle indagini giudiziarie
di quello che si profila come un incidente sul lavoro, d’accordo con la volontà della Compagnia ha deciso,
per onorare la memoria di Alfredo, di proseguire e di concludere l’opera a cui lui stesso partecipava con entusiasmo
confermando le date già fissate degli spettacoli per l’anno in corso.
Questo lutto gravissimo costituisce tuttavia uno strappo radicale anche per tutta la sua attività teatrale.
Il silenzio che la Compagnia osserva per sé, condiviso con le persone più vicine,
rispecchia il baratro nel quale ora si trova e il rispetto dovuto alla memoria di Alfredo.

ARTICOLO SU LE BIEN PUBLIC

LE BIEN PUBLIC

samedi 7 février 2009

« inferno »
Un technicien décède lors d'une répétition à l'auditorium

Alfredo Tassi, 27 ans, technicien-artiste au sein de la troupe de Romeo Castelluci, la Compagnie Societas Raffaelo Sanzio, a trouvé la mort jeudi soir lors d'une répétition de la pièce « Inferno », qui devait être jouée à l'auditorium de Dijon.
Dans un communiqué, Edwige Dousset, chargée de production à l'opéra de Dijon, a annoncé dans la nuit de jeudi à vendredi l'annulation des représentations qui devaient avoir lieu hier et aujourd'hui.
Le drame est survenu vers 18 heures : le jeune homme, poussé par une balliste, effectuait une glissade sur la scène recouverte d'eau savonneuse pour faciliter la figure, qu'il avait déjà réalisée des dizaines de fois. Il s'est relevé à la fin de la glissade, aurait expliqué à ses camarades ne pas se sentir bien et se serait effondré. A l'arrivée de l'équipe médicale du SAMU, qui avait été immédiatement alertée, il avait cessé de vivre. Les gardiens de la paix et l'officier du service de quart se sont rendus sur les lieux du décès. Malaise cardiaque, rupture d'anévrisme ? Autre cause ? Hier soir, une autopsie du corps de la victime devait être pratiquée à Dijon.
Laurent Joyeux, directeur de l'opéra de Dijon, a reçu hier la famille du jeune homme, et mis en place une cellule de soutien psychologique pour les artistes de la troupe de Roméo Castelluci et les personnels de l'auditorium présents au moment du drame : « Ce milieu des artistes vit comme une grande famille. Nous sommes tous extrêmement touchés, profondément peinés. Ce genre d'accident est rarissime », expliquait Laurent Joyeux hier après-midi.
La troupe de la Compagnie Societas Raffaelo Sanzio, qui compte une vingtaine de membres, devrait regagner l'Italie dimanche. Elle devait donner d'autres grandes représentations dans les semaines à venir à Vilnius, en Lituanie, et à Londres. Mais personne n'était en mesure hier de dire si les artistes, profondément choqués, seraient en mesure d'assurer les spectacles à venir.
Gilles DUPONT

L'ARTICOLO SU OPHIS NEWS

OPHIS NEWS

Palcoscenico fatale, muore un giovane
By Alberto Premici


Il teatro era la sua passione e al teatro dedicava tutte le sue energie con amore e spirito di sacrificio. Tutto è stato infranto da un tragico destino proprio su un palcoscenico dove ha perso la vita Alfredo Tassi, giovane offidano di solo 27 anni. La tragedia si è consumata in un teatro di Digione dove il ragazzo stava allestendo le scenografie per la rappresentazione di una commedia.
La gioventù, la voglia di fare esperienze e di divertirsi sono scomparse senza nemmeno il tempo di dare un ultimo saluto ai genitori, ai parenti, agli amici. Da circa due mesi si trovava in Francia al seguito della “Società Raffaello Sanzio” di Cesena, la famosa Compagnia teatrale che porta i suoi spettacoli in diverse parti del mondo, come Giappone, Australia, Spagna ed altre località. Attualmente, la Compagnia sta effettuando una tournée in Francia e Alfredo Tassi era stato ingaggiato come tecnico specializzato. L’altro ieri, intorno alle ore 17, mentre stava provando una macchina di scena si è accasciato al suolo.
Le cause del decesso sono ancora al vaglio degli inquirenti e nulla ancora è dato per certo. In un primo momento si è parlato di qualche oggetto che, staccatosi dal soffitto, avrebbe colpito in pieno il povero giovane, ma pare che questa ipotesi sia stata esclusa dagli inquirenti e che Alfredo Tassi sia caduto una prima volta a terra, poi, rialzatosi, sia nuovamente accasciato senza dare segni di vita.
I compagni di lavoro che erano sul posto sono subito accorsi in suo aiuto ma, purtroppo, per il poveretto non c’era più nulla da fare. Il suo corpo è stato trasportato all’obitorio dell’ospedale di Digione. Il referto dell’autopsia, ma si tratta di notizie ancora frammentarie, pare che parli di morte naturale, ma bisognerà attendere la versione ufficiale delle autorità sanitarie francesi, mentre la Magistratura ha fatto mettere sotto sequestro anche la camera d’albergo dove il Tassi alloggiava. La notizia della morte del giovane è giunta in paese giovedì notte, suscitando dolore e sgomento in tutta Offida. Prima che il suo corpo possa essere riportato in Italia, passeranno, probabilmente, alcuni giorni e sempre dopo aver espletato tutte le dovute pratiche. A Digione, intanto, si sono recati il fratello maggiore Amedeo, la giovane amica Valeria accompagnati da Giovanni Stracci che conosce bene i luoghi dove lo sfortunato ragazzo lavorava. Alfredo Tassi faceva parte della Associazione Culturale Offidana “7 – 8 Chili” e tante volte abbiamo avuto modo di occuparcene dal momento che sono molte le iniziative intraprese nell’arco di questi ultimi anni nel campo delle attività teatrali e musicali. Ora, il Gruppo ha deciso di sospendere, per un periodo di tempo, tutte le attività in programma.
“Era un ragazzo d’oro – dicono, con la pena nel cuore, i compagni del sodalizio Maria Luigia, Giulia, Valeria, Ivana e Davide. Con la sua calma e tranquillità sapeva fare di tutto, e per tutti noi era una sicurezza. Con lui abbiamo organizzato diversi lavori che ci hanno dato tante soddisfazioni. Ora non ci resta che il suo ricordo, ma sarà un ricordo indelebile, perché Alfredo è ancora con noi attraverso le cose belle e vive che insieme abbiamo realizzato”.
“Alfredo era un ragazzo sereno e pieno di energie – è stato il commento di altri giovani che lo conoscevano bene.
Era partito per la Francia con tanto entusiasmo e tanti progetti da riportare in Italia. Il destino, purtroppo, non ha voluto. La salma del giovane sarà trasportata ad Offida entro la nottata di domani. (Fonte: Corriere Adriatico – Autore: Nicola Savini)

LA NOTIZIA SU SAN BENEDETTO OGGI

* Cronache SANBENEDETTO OGGI

8 febbraio 2009 - ore 00:13
Lunedi i funerali di Alfredo Tassi
di Carmine Rozzi



Il giovane scenografo offidano morto in circostanze poco chiare nella città francese di Digione ha destato enorme scalpore nel suo paese d'origine.Tutta la cittadina picena parteciperà ai funerali che avranno luogo presso la locale Colleggiata

OFFIDA- Infarto, decesso in seguito a trauma dovuto alla caduta di una impalcatura teatrale, semplice ma fatale malore. Sono state queste le prime ipotesi sulle quali le autorità francesi si sono trovate a lavorare per stabilire esattamente quali siano le cause che hanno provocato la morte di Alfredo Tassi.

Il giovane scenografo offidano ha perso la vita in un teatro di Digione mentre stava allestendo le scene per uno spettacolo della compagnia “Società Raffaello Sanzio” per la quale Tassi stava lavorando da qualche mese. In seguito dagli esami medici condotti sul corpo della vittima si tratterebbe di un improvviso cedimento di alcuni organi vitali come fegato e rene.

Dopo una breve sosta all’obitorio dell’ospedale francese il fratello Amedeo, l’amica Valeria Colonnella e Giovanni Stracci, partiti immediatamente da Offida non appena ricevuto la notizia, hanno già riportato la salma del giovane nel suo paese natale.

Nella mattinata di lunedi sono previsti i funerali ai quali già si preannuncia la partecipazione di quasi l’intero paese che è rimasto letteralmente sconvolto dalla notizia.

martedì 3 marzo 2009

lettera per alf

Scriviamo queste righe pubblicamente in risposta alla lettera pubblica che avete letto durante il funerale di Alfredo.
Siamo offesi e indignati perché crediamo che le vostre parole siano state inopportune in una simile circostanza. Un’offesa alla memoria di Alfredo e all’intelligenza di noi tutti.
Apparentemente la lettura trasmetteva tanta sicurezza e trasparenza, di fatto le vostre parole non dicevano niente.

Assurdo raccontare la dinamica dell’incidente davanti a centinaia di persone sotto shock, come se una descrizione dettagliata dell’accaduto potesse lenire la rabbia o giustificare una morte tanto assurda.
Come è possibile mettere in circolazione una macchina mortale e parlarne definendola “un gioco“?
Era proprio necessario enfatizzare questo aspetto? a giocare con amici? ....ma lui stava lavorando in una macchina complessa come il teatro, luogo in cui si pretende professionalità.
Anche noi sappiamo cosa significhi fare teatro e giocare e non crediamo che siano irresponsabili degli adulti che giocano. Ma se davvero di gioco si è trattato, allora sarebbe stato giusto dire anche che si stava giocando con la vita, che il gioco era mortale e che non tutti i giocatori ne conoscevano bene le regole.
La lettera sembrava più una mossa strategica per discolparvi, un’arringa difensiva gratuita che non ha fatto altro che alimentare in tutti noi l’angoscia , la rabbia e il sospetto.
Ci aspettavamo meno retorica e più umiltà, che non è soltanto tenere il capo chino, ma sentire quando è il momento di tacere e di abbandonare i vizi del mestiere . A cosa serve tanta cultura, sensibilità, fantasia, creatività, comunicazione, visionarietà, quando poi non si è in grado di capire e rispettare il dolore degli altri?
Quanti sospetti e confusione ci hanno purtroppo allontanati dalla consapevolezza della morte di Alfredo, rendendo le cose più difficili.
Non basta che un caro amico sia morto, dobbiamo anche sopportare l’umiliazione di vedere le persone che ci dicono di averlo amato, approfittare del suo funerale per salvaguardarsi .
Noi vi abbiamo scritto...Sappiamo che non cambierà il corso delle cose..ma dovevamo esporre il nostro sentire pieno di dubbi e costernazione nei confronti della posizione che avete assunto leggendo quella lettera.
Il nostro rendere pubblica questa lettera è finalizzato a sollevare il tema della sicurezza negli ambienti artistici , per far si che nulla scivoli via, ma si trasformi in un dibattito .
Gli amici